L’altro punto di vista

L’altro punto di vista sull’infortunio di Larissa Iapichino

Sono un’ex atleta. Mi sono impegnata in due discipline: nuoto e judo agonistico con il gruppo sportivo delle FFOO di Milano.So cosa vogliano dire: allenamento, dieta (anche per rientrare, come nel judo, nella mia categoria di peso, diversamente sono sonore mazzate!!), stress, tensione pre-gara e per le gare di qualificazione. Ah, senza mental coach come accade oggi! Ti alleni per mesi e poi in pochi minuti tutto è la prova di ciò che hai dato in mesi. E in realtà, spesso, non è sempre veritiero dell’impegno profuso. Leggo l’articolo dell’infortunio della Iapichino e mi dispiace, tantissimo. Mi dispiace, da più punti di vista, da ex atleta e da chi come me segue l’atletica, per l’atleta. In realtà se considero alcuni aspetti non mi stupisco per nulla del suo infortunio.
Quali?
1)a poche settimane dai giochi di Tokyo cambia allenatore. Va bene? Mah, per quanto non ci si possa trovare in sintonia, optare per una scelta simile, personalmente avrei aspettato la fine dei giochi. È comunque un allenatore che ti conosce. Sa, quando farti fermare. Sa, quando farti spingere quel punto in più da farti crescere. Insomma scelta alquanto discutibile
2)La scelta del nuovo allenatore. Il padre. Resto sempre un po’ perplessa. Per quando possa essere bravo e conoscere l’atleta e la figlia, il carico emotivo ed emozionale e il distacco non potrà mai esserci davvero come un allenatore esterno e sto parlando di qualcosa che non puoi controllare. È sua figlia. Mi chiedo come faccia a scindere le due cose, per me, è praticamente impossibile. 3) L’infortunio per esperienza è spesso una reazione, a cambiamenti. E accade di frequente. Diventa un momento in cui l’atleta ha anche tempo per fermarsi, pensare e riordinare le idee. Naturalmente questo rappresenta la mia visione di ciò che sotto un diverso punto di vista possa essere letto un infortunio
4)Se pensate che l’aspetto mentale non abbia importanza per un atleta, beh o non siete mai stati atleti professionisti o non avete mai vissuto davvero da vicino la realtà di una squadra e di ciò che gravita intorno ad essa.
5)Atleta e staff se messi nelle condizioni di “serenità”, mi scuso per il termine non proprio perfetto, possono davvero portare risultati inaspettati e unici. Se pensate che sia utile avere una società ricca e un bel palazzetto o un bel campo in cui allenarvi per avere ottimi risultati a mio parere state osservando la parte meno importante.
6)I media. Sì, c’è anche quella parte a certi livelli che non risparmia mai il paragone con la madre Fiona May. Lei, si chiama Larissa Iapichino e avrà tempi e modi diversi di esprimersi atleticamente e mi auguro possa farlo nei prossimi mesi